Tutto ha un senso
Le attivazioni biologiche hanno un senso. Ci sono dubbi a riguardo?
Lāarticolo che segue ĆØ la traduzione in italiano di un articolo giĆ pubblicato in versione inglese, rivisitato e modificato.
INTERCONNESSIONE O CASUALITĆ?
Affrontare la quinta legge biologica mi offre l'opportunità di ripercorrere la prima parte del viaggio iniziato quando ho deciso di aprire uno spazio su questa piattaforma. Nella rubrica dedicata alla filosofia, ho esplorato più volte il concetto di programma in esecuzione e come tutto ciò che mi circonda funzioni secondo una specifica funzione. Abbiamo anche osservato come ogni programma sia perfettamente interconnesso con gli altri. Adottando questa prospettiva, è evidente che non possono esistere programmi che siano causa ed effetto di sé stessi.
Il concetto di interconnessione è assolutamente incompatibile con quello di casualità . Pertanto, invito il lettore, come ho già fatto altre volte e qualora avesse dei dubbi, a ripercorrere gli articoli scritti e riportati nella rubrica filosofica. Se non dovesse comprenderne la logica, è ovvio che tutto ciò che stiamo affrontando all'interno di questo spazio risulterà privo di fondamenta. Tuttavia, mi sento di fare un ultimo tentativo qualora questo fenomeno dovesse presentarsi. Chiedo che mi venga spiegato come mai, allo stato attuale, io possa respirare solamente tramite naso, bocca, polmoni e tutta la struttura di organi deputati alla respirazione. Come mai non è mai capitato, almeno per quanto ne so, che qualcuno riuscisse a respirare dagli occhi o dall'ombelico? Permettetemi un'ulteriore domanda: come mai un corso d'acqua forma una cascata ogni qualvolta si presenti un declivio? Perché non continua a scorrere su una traiettoria orizzontale?
Per le conoscenze di cui dispongo, ĆØ evidente che siamo di fronte a delle regole naturali: programmi precisi, perfetti e immodificabili che portano all'ottenimento di risultati specifici.
Se un corso d'acqua non trova più un letto su cui scorrere, inevitabilmente formerà una cascata. Se mi do una martellata su un dito, è molto probabile che possa rompermi una falange, a seconda dell'intensità del colpo. Se qualcuno può affermare che l'esito di questi fenomeni sia casuale, sarò ben lieto di ascoltarne l'osservazione. Tuttavia, posso assicurare che, fino ad oggi, nessuno ha ancora confutato quello che considero un principio assoluto della realtà .
IL SENSO BIOLOGICO
La quinta legge di Hamer ci parla di programmi sensati. Cosa significa āsensoā? Andiamo a vedere. Il dizionario etimologico dice che proviene dal latino āsensusā, che non ĆØ altro che il participio passato del verbo āsentireā, ovvero āpercepire col corpoā. Interessante inoltre la seguente dicitura:
Potenza o facoltĆ , per la quale l'anima mediante un moto nervoso, percepisce gli oggetti esterni
Torniamo pertanto nella dimensione sensoriale, argomento che ho affrontato moltissimo negli articoli precedenti. A questo proposito, ripropongo un articolo specifico in qui faccio un'analisi sul sistema sensoriale. Per riassumere, cos'è questo sistema sensoriale? Ovviamente, è un programma, un tool, se vogliamo. à ciò che mi permette di percepire le informazioni del mio campo di esperienza, ciò con cui entro in relazione in ogni momento della mia giornata, persino quando dormo o quando non me ne rendo conto. à ciò che mi consente di sviluppare conoscenza, fare esperienza e sradicarmi da una posizione di superficialità nei confronti del mondo che mi circonda e che tanto mi offre.
Come ho ripetuto più volte, ciò che mi accade e ciò che ĆØ a portata dei miei sensi parla solo ed esclusivamente di me. Il programma āsistema sensorialeā ĆØ, quindi, uno strumento che serve per conoscere chi sono.
In questi termini, come vedete, tout se tient ed ĆØ perfettamente in armonia con quanto riportato nel dizionario etimologico. Ć interessante notare come esso citi la parola āanimaā, che ĆØ totalmente compatibile e, aggiungerei, persino interscambiabile con la parola āvitaā. Se volessimo fare un ulteriore passo avanti nell'analisi, possiamo dire che per āprogrammi sensatiā si intendono tutti quei programmi funzionali alla vita.
La cosa sorprendente è che Hamer declinava questo concetto al corpo di studi che stava elaborando, e che oggi abbiamo la fortuna di approfondire e mettere in pratica. Tuttavia, mi sento di poter dire che la quinta legge biologica è valida e operativa a 360° in tutti gli aspetti della realtà .
Circoscrivendo questo principio ai programmi del corpo umano, possiamo concludere che tutti i programmi biologici sensati, attivati dopo aver percepito un evento come traumatico, sono funzionali alla mia evoluzione. Tutte le attivazioni biologiche servono a farmi comprendere chi sono, attraverso una serie di strumenti a mia disposizione, perfettamente interconnessi tra loro. A un livello più profondo, ne deduco che parto da una situazione di inconsapevolezza riguardo a ciò che sono veramente. Pertanto, il passaggio attraverso le attivazioni biologiche è necessario affinché io possa raggiungere la mia destinazione e completarmi.
Abbiamo giĆ affrontato il tema del passaggio, dell'attraversamento e del movimento come condizioni necessarie alla vita nell'articolo dedicato alla prima legge biologica. Non c'ĆØ verso cari lettori. Se non accettate questo aspetto della realtĆ significa che non avete ancora gli strumenti per affrontare il mondo delle leggi biologiche. In caso contrario, vi aspetta un universo ricco di sorprese e sarete in grado di intraprendere questo percorso con la curiositĆ di un bambino di fronte ad un regalo da scartare alla vigilia di Natale.
LICENZIAMENTO
Vediamo ora qualche esempio di programma sensato per uscire dalla dimensione didattico-teorica, anche se non sarĆ questa la sede per entrare nel dettaglio. Abbiamo giĆ cominciato a scalfire la superficie dell'argomento nell'articolo dedicato alla terza legge biologica, citando il fatto che ad ogni foglietto embrionale corrisponde un sentito emotivo specifico.
Ad esempio, tutti i tessuti endodermici, che in termini ontogenetici sono stati i primi a svilupparsi, accolgono il sentito emotivo del ābocconeā o ābisogno vitaleā. Abbiamo giĆ visto il motivo in termini molto semplificati, ma mi premurerò di approfondirlo ulteriormente in un futuro articolo in cui introdurrò il tema dell'endoderma. Cos'ĆØ un bisogno vitale in questo caso? Uso il condizionale perchĆ© la percezione che ho di una realtĆ non deve per forza essere la stessa di un'altra persona. Supponiamo tuttavia che io consideri lo stipendio mensile un bisogno necessario alla mia sopravvivenza. Se il dieci del mese non vedo quattro cifre in fila sul conto corrente, comincerò a preoccuparmi. Con quelle quattro cifre faccio la spesa, pago la retta dell'asilo di mio figlio, pago le tasse, ne investo una parte in azioni con l'intento di guadagnare un po' di soldi, ecc. Per me lo stipendio ĆØ necessario alla mia sopravvivenza e senza non posso proprio stare. Supponiamo ora che l'azienda in cui lavoro sia nel bel mezzo di una crisi finanziaria e decida di mettere alcuni dipendenti in cassa integrazione. Io rientro nel gruppo dei cassa-integrati e mi viene notificata la decisione da parte dell'azienda. Comincio a pensare a tutto quello che accadrĆ . Come farò con uno stipendio praticamente dimezzato a far fronte a tutte le spese mensili? Come farò a pagare il mutuo? E se non riesco a pagare le rette dell'asilo, mio figlio non potrĆ più frequentarlo. Non vedrĆ più i suoi amici come li vede oggi. Magari verrĆ escluso dal gruppo, tacciato come ādiversoā o considerato un bambino povero.
Di fronte a una situazione di questo tipo, dal punto di vista biologico si possono attivare innumerevoli programmi. Il fatto di non riuscire a dare da mangiare a mio figlio potrebbe attivare il focolaio del fegato. Il mio sentito potrebbe essere: āNon riuscirò a sfamare mio figlio.ā In questo caso, il programma svilupperĆ diversi adenocarcinomi al fine di aumentare la funzione del fegato e mettermi nelle condizioni di affrontare questa problematica. Approfondendo ulteriormente il modo in cui questi programmi funzionano, scopriamo che ogni organo accoglie un ulteriore sentito emotivo, una sfumatura rispetto a quello più generico legato al tessuto principale che, in questo caso, ĆØ quello del boccone vitale. Scopriamo quindi come ogni parte del corpo ha una corrispondenza verificabile e ripetibile rispetto a un determinato vissuto emotivo. Ribadisco ancora una volta che queste non sono solo parole.
Il mio invito è sempre quello di verificare, provare, fare domande e indagare. Studiare per me è qualcosa di poetico. Tuttavia, mettere in pratica le informazioni assimilate attraverso lo studio è ciò che permette all'esperienza di compiersi. Sono due metà che si completano: lo studio e l'esperienza sul campo.
GIOCHIAMO!
In un certo senso ĆØ un gioco, anche se mi rendo conto che questa affermazione potrebbe essere facilmente fraintesa. Stiamo parlando di patologie, la cui entitĆ varia in base a molteplici fattori, alcuni dei quali abbiamo giĆ incontrato. Dire a una persona che sta male fisicamente āfacciamo un giocoā potrebbe legittimamente essere visto come una mancanza di rispetto. Quando parlo di āgiocoā, mi riferisco a un'indagine, a un percorso, oppure, come descritto nel vocabolario Treccani, a āqualsiasi attivitĆ liberamente scelta a cui si dedichino bambini o adulti, sviluppando ed esercitando nello stesso tempo capacitĆ fisiche, manuali e intellettiveā. In questo senso, posso mettere in pratica le capacitĆ acquisite per capire qualcosa della persona che ho di fronte e aiutarla a stare meglio. Ecco che, in questi termini, siamo di fronte a un programma sensato, declinato in un'azione della quotidianitĆ .
La malattia mi obbliga a confrontarmi con il senso biologico per cui è emersa. L'unica cosa che posso fare è pormi delle domande e giocare al cosiddetto "gioco dei perché". L'invito è quello di provare prima di tutto su sé stessi, mantenendo ben saldi i piedi per terra e evitando di agire di testa propria se non si hanno competenze e fiducia in ciò che si sta facendo. Come ho scritto nella pagina principale di questa colonna, l'intento non è quello di sostituire la pratica medica con quanto riportato in questi articoli. Ognuno farà ciò che sente di fare, come in ogni altro contesto di vita. Tuttavia, il gioco dei perché non crea alcun danno ed è il miglior modo per "utilizzare" la patologia come strumento di indagine. Esattamente come si potrebbe fare con qualsiasi elemento della realtà con cui entriamo in relazione. Comprendere il senso biologico, ancora una volta, è un'occasione inestimabile e imperdibile, assolutamente da non denigrare o di cui avere paura.
L'invito ĆØ anche quello di trasformare certi meccanismi cognitivi che entrano in gioco quando si sta male e che tra l'altro ĆØ normalissimo che ci siano. Per molto tempo io ho avuto paura di ammalarmi. Se sentivo di avere la febbre mi arrabbiavo da morire. Mi sono sempre visto come una sorta di Superman al quale non poteva assolutamente capitare nulla. Ad un lieve accenno di febbre o mal di gola la mia reazione era quella di lamentarmi. āA me non deve succedere nulla!!ā Mi ripetevo.
Permettetevi di essere vulnerabili, attaccabili, senza difese. Permettevi di entrare in crisi ed utilizzate questi momenti per carpire una parte di voi. Siamo creature sottoposte a dei programmi che qualcuno o qualcosa ha scritto per noi. Questi programmi hanno come unico obiettivo la continuazione della vita. Anche nel dolore e nella sofferenza.
Scopriremo inoltre come alcuni programmi abbiano un senso ancora più marcato. Non perchĆ© siano più importanti, bensƬ perchĆ© in un determinato momento o periodo della vita, abbiamo bisogno di una spinta maggiore per superare alcuni ostacoli. Si tratta delle cosƬ dette ācostellazioni schizofrenicheā, che non sono altro che programmi che prevedono più di un focolaio su emisferi diversi. Vengono anche definiti āsuper-programmiā per questo motivo. Scopriremo poi l'esistenza di variabili ulteriori, come per esempio la lateralitĆ , ovvero la tendenza ad affrontare la vita sotto l'impulso degli estrogeni o quello del testosterone. Per non parlare poi delle tematiche legate al clan e alla genealogia, strumento assai importante per capire la ripetizione di determinati meccanismi ai quali la sola biologia non sempre può dare delle risposte immediate. Il rapporto con i genitori, ciò che ha vissuto la madre mentre mi teneva in grembo. Tutto questo, insieme a tantissimi altri fattori, incidono nella ricostruzione del senso biologico di ogni manifestazione patologica.
Sarà un percorso ricco, a volte tortuoso, ma sicuramente fruttifero, accessibile solo se vi permetterete di mettere da parte, per un certo periodo, tutto ciò che pensate di essere e di sapere, ponendovi come un foglio bianco pronto per essere riscritto completamente. Sarò ben lieto di restare insieme a voi in questa avventura.
La sventura ĆØ la nostra più grande maestra e la nostra migliore amica. Ć lei che cāinsegna il senso della vita.
Anatole France