Il sentito emotivo del "boccone"
L'endoderma è il primo foglietto embrionale formatosi e ha un amministratore delegato: il tronco cerebrale
L’articolo che segue è la traduzione in italiano di un articolo già pubblicato in versione inglese, rivisitato e modificato.
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Negli articoli precedenti ho provato ad approfondire gli enunciati relativi alle cinque leggi biologiche. Nel farlo ho provato un'enorme soddisfazione, in primis per il fatto che mi sono ritrovato perfettamente nel ruolo di studente della vita, un epiteto che sento essere perfettamente compatibile con ciò che sono in questo momento. Ho scritto questi articoli spinto da un'enorme curiosità, come un bimbo che si muove istintivamente alla scoperta di tutto ciò che lo circonda. Ho dovuto leggere articoli, libri, fare ricerche più approfondite.
L'ho fatto perché, quando si tratta di leggi biologiche, la precisione è fondamentale. È una regola che mi impongo, considerando che mi trovo spesso in situazioni caotiche. E cosa succede quando ci si trova nel caos? Qualcuno deve stabilire delle regole, affinché l'ordine possa essere ristabilito. Ma cos'è l'ordine? Il dizionario etimologico ci viene come sempre in aiuto:
“disposizione di ciascuna cosa a suo luogo, serie e disposizione di cose o d'idee, secondo un concetto”.
In poche parole, l'ordine è la giusta posizione di qualsiasi dato di realtà. Il mondo dell'informatica, dove professionalmente trovo spazio, mi ha messo nella condizione di comprendere cosa significhi fare le cose con ordine.
Perché un programma funzioni correttamente, deve essere scritto secondo criteri specifici. I dati devono seguire un flusso ben definito; altrimenti, il risultato finale sarà distorto, inesatto e non coerente con l'obiettivo del programma stesso. Ogni programma è una sequenza ordinata di operazioni e non può essere altrimenti. Partendo dal concetto che ogni dato di realtà è un programma in opera, come abbiamo visto innumerevoli volte negli articoli precedenti, posso affermare che tutto ciò che mi circonda è un insieme di dati perfettamente in ordine e in armonia tra loro. Affinché l'ordine possa essere stabilito, è necessario che esistano condizioni e leggi.
Cos'è una legge? Il dizionario etimologico la accosta al significato di “legare”, ma anche “porre”, “giacere”. Abbiamo quindi due accezioni: la prima ci riporta al concetto di interconnessione e la seconda al concetto di qualcosa che è scritto e in quanto tale è leggibile e misurabile. Esattamente due principi fondamentali sui quali mi sono soffermato più e più volte negli articoli precedenti. Le leggi biologiche sono pertanto dei dati che sono già scritti, ai quali ogni elemento della realtà è indissolubilmente legato e il cui scopo è quello di garantire una pubblica utilità fra tutti gli elementi della natura. Le leggi biologiche sono dette anche “ferree” proprio perché sono resistenti, inconfutabili, precise e ripetibili nel cento per cento dei casi.
Affrontare la vastità di questi argomenti è una sfida, poiché ogni dettaglio può essere approfondito all'infinito. Tuttavia, ho deciso di parlarne e mi impegno a farlo con la massima precisione. Se qualche argomentazione dovesse risultare poco convincente o confutabile, vi prego di segnalare le vostre perplessità nei commenti.
ENDODERMA
Con questo articolo, inizierò ad esplorare la complessità del primo foglietto embrionale, analizzandone lo sviluppo sia a livello ontogenetico che filogenetico. Fornirò informazioni più tecniche rispetto a quanto fatto finora, poiché è necessario entrare nei dettagli per comprendere i processi che generano le patologie dell'organismo. Per questo motivo, utilizzerò strumenti come il disegno su carta, un metodo che mi ha permesso di apprendere rapidamente e in modo accessibile durante i primi anni di scuola. Pur ritenendo superfluo specificarlo, ci tengo a precisare che il mio intento non è far sentire "stupido" il lettore.
È semplicemente il metodo che al momento ritengo più funzionale per la comprensione di concetti che solo in apparenza possono sembrare complicati. Come già avevo specificato nell'articolo dedicato alla terza legge biologica, da un punto di vista filogenetico l'essere umano ha avuto un precursore, il così detto “verme d'acqua”. La forma arcaica di questo organismo era “ad anello”. Esso era in grado di assimilare i nutrienti e nello stesso tempo espellere le sostanze di rifiuto da un'unica cavità orale. Il cervello arcaico era posizionato proprio in prossimità di questa cavità. Il canale attraverso il quale le sostanze nutritive percorrevano l'interno del verme ad anello si rivestì di epitelio pavimentoso in tutta la sua estensione. In poche parole tutto il canale digerente era ricoperto da una sorta di guaina che prende il nome di “endoderma”, da “derma”, ovvero il più profondo degli strati della pelle, ed “endo-”, che significa “interno”.
Essendo la natura un programma perfetto, vi è una corrispondenza esatta tra lo sviluppo filogenetico del verme d'acqua e quello ontogenetico dell'embrione umano. Il tessuto endodermico inizia a svilupparsi a partire dal quinto giorno dello sviluppo embrionale, nello stadio di blastocisti. È in questo momento che la cellula embrionale, allo stadio di “morula,” entra nella cavità uterina. Da questo punto in poi, il liquido penetra all'interno della morula, formando una cavità interna chiamata blastocele. Questo segna l'inizio della formazione del tessuto endodermico umano, un processo che dura circa una decina di giorni.
Il nostro verme ad un certo punto della sua evoluzione subì una modifica strutturale: si divise in prossimità della cavità orale, diventando così un organismo aperto caratterizzato dalla presenza di una cavità orale e di un orifizio anale.
È importante sottolineare il fatto che in stadi più avanzati dell'evoluzione, alcuni di questi strati verranno poi ricoperti da tessuto ectodermico, come tutta la prima parte della cavità orale fino alla piccola curva dello stomaco (esclusa) e il tessuto interno del retto, per una lunghezza di circa 10-12 centimetri. Per quanto riguarda il cervello arcaico, esso resterà ancorato alla divisione in corrispondenza della cavità orale. È il così detto tronco cerebrale, che è per l'appunto la parte del cervello più antica da un punto di vista filogenetico. Come abbiamo già visto analizzando la terza legge biologica, il tronco cerebrale regola tutti i tessuti di origine endodermica ed è deputato alla gestione dei bisogni vitali. Si tratta di tutti quei tessuti dell'organismo che erano e sono tutt'ora deputati al trasporto e all'elaborazione delle sostanze nutritive e all'espulsione delle sostanze di rifiuto.
Il sentito emotivo è quello del bisogno vitale o, più semplicemente, del “boccone”. Questo viene gestito dal tronco cerebrale e si ripercuote sugli organi di natura endodermica. Come avviene l'elaborazione e il successivo passaggio di dati dal tronco cerebrale, che funge da CPU, all'organo interessato da uno specifico sentito emotivo, come per esempio il fegato o l'intestino crasso? Avviene tramite il nervo vago, deputato a trasportare informazioni dalla sede centrale alla periferia endodermica tramite un sistema di trasmissione elettromagnetica, proprio come un cavo elettrico. È inoltre riconosciuto ufficialmente che il cervello è in grado di generare campi elettromagnetici che possono influenzare il comportamento delle cellule, rilasciando neuropeptidi, molecole di natura proteica, in grado di controllare l'attività genetica e cellulare. Sottolineo tutto ciò per puro scopo di salvaguarda nel caso qualcuno dovesse opinare il fatto che quanto appena scritto non abbia fondamento scientifico. Quanto riportato precedentemente è facilmente reperibile in letteratura scientifica, ma in questo momento non posso addentrarmi ulteriormente nelle dinamiche di elaborazione dei dati da parte del nostro cervello. Questo perché, da un lato, non è l'argomento centrale dell'articolo, e dall'altro, non dispongo di sufficienti strumenti per esporre il tema in maniera esauriente. Pertanto, ci limiteremo all'osservazione di un processo specifico: le attivazioni biologiche legate al sentito emotivo del “boccone,” gestite dal tronco cerebrale. Quest'ultimo è delegato alla regolazione e al funzionamento di tutti quegli organi rivestiti di tessuto embrionale di natura endodermica.
TESSUTI
Gli organi ai quali ci interesseremo sono i seguenti:
Sottomucosa della bocca e di tutta la cavità orale
Sottomucosa della faringe
Sottomucosa della laringe
Sottomucosa dell'esofago
Sottomucosa della piccola curva dello stomaco
Sottomucosa del duodeno
Parenchimi ghiandolari (fegato, pancreas, tiroide, ghiandole mammarie, ghiandole salivari ecc.)
Sottomucosa della vescica
Sottomucosa del retto
Sottomucosa uro-genitale
Intestino (completamente eccetto la porzione del retto)
Sottomucosa dell'orecchio
Tubuli collettori dei reni
Tessuto alveolare dei polmoni
Alcuni dei tessuti sopra riportati, come anche già specificato qualche riga più sopra, sono stati rivestiti da tessuto di origine ectodermica, ovvero quel tessuto che è regolato dalla corteccia cerebrale o sostanza grigia, che in termini filogenetici è l'ultima parte del cervello che si è formata. Per fare un esempio, le vie biliari e pancreatiche oppure i dotti mammari sono ricoperti di tessuto di origine ectodermica. La distinzione fra questi due tessuti è di fondamentale importanza sia da un punto di vista di diagnosi della patologia, ovvero della ricostruzione del processo patologico, sia per la prognosi, ovvero l'aspettativa di sviluppo del processo dal momento della diagnosi in poi. Confondere un tessuto per un altro è a tutti gli effetti quello che può essere definito una “false flag”, ovvero imputare l'origine di una patologia ad una causa che non è quella reale.
La conoscenza dei foglietti embrionali e della loro collocazione fisica è la cosa più importante da conoscere prima di procedere con qualsiasi tipo di osservazione e/o giudizio.
Un'altra particolarità già affrontata del foglietto embrionale endodermico è la famiglia di microrganismi che lo abitano. Nei tessuti regolati dal tronco cerebrale troviamo micobatteri e funghi i quali hanno ovviamente delle funzioni specifiche e precise. Essi proliferano in fase attiva, ovvero durante il decorso dell'attivazione biologica, momento in cui il tronco “ordina” ai tessuti interessati di aumentare la loro funzione originando nuove formazioni cellulari dette neoplasie o tumori. Nel momento in cui l'attivazione si scioglie (conflittolisi), i microrganismi entrano in gioco con lo scopo di ridurre i tessuti eccedenti tramite necrosi caseosa. In questo frangente avremo i così detti sintomi o malattie calde e come abbiamo già visto è il momento in cui si manifesta l'azione del sistema nervoso parasimpatico, anche detta “fase vagotonica”.
Essendo questi microrganismi collocati nelle regioni più filogeneticamente antiche, sono anche tra i più resistenti tra tutti i microbi che abitano il nostro corpo. Provate a immaginare il livello di acidità presente nel nostro stomaco e considerate che ci sono microrganismi in grado di sopravvivere nonostante condizioni biologicamente estreme. In ambienti così "impervi," microbi o batteri di natura più recente non avrebbero alcuna possibilità di sopravvivenza.
Nel prossimo articolo continueremo il nostro percorso all'interno dei tessuti più arcaici del nostro corpo e capiremo quali sono le meccaniche attraverso cui le attivazioni biologiche si manifestano. Come ho già precedentemente citato, il verme d'acqua assimilava ed espelleva sostanze e il funzionamento di questo processo è rimasto impresso nella memoria cellulare.
Questo fa sì che l'intero processo delle attivazioni biologiche endodermiche abbia un senso. Capiremo come esista una relazione omolaterale tra organo “colpito” e focolaio cerebrale in corrispondenza del tronco cerebrale. Capiremo meglio la struttura delle neoplasie che in questo tipo di tessuti prendono il nome di adenocarcinomi. Cercherò di non correre troppo nelle spiegazioni e soprattutto di non rendere troppo lunghi gli articoli. Mi rendo conto che le informazioni sono tante e talvolta apparentemente difficili da assimilare, motivo per il quale preferisco enunciare pochi concetti alla volta, ma nella maniera più approfondita possibile.
Un consiglio che mi sento di darvi, e che probabilmente non esiterò a ripetere, è di non dare nulla per scontato riguardo a ciò che scrivo. Verificate. Testate. Giocate. Fate domande. Siate curiosi. Se necessario, confutate! Abbiate la perentorietà di un bambino alla scoperta di tutto ciò che lo circonda, senza paura e senza pregiudizi. Vi attendono solo sorprese. E non importa se ciò che troverete vi piacerà oppure no. L'importante è che abbiate scoperto con le vostre mani qualcosa che prima non avevate ancora realizzato esistere, ma che era sempre stato lì, pronto per essere dissotterrato.
Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi.
(Marcel Proust)