Combatterò fino alla vita per proteggere il mio regno
Devo difendere con tutto me stesso il territorio che mi appartiene
IL BRANCO
Nel precedente articolo ci siamo inoltrati nell’ampia tematica dei conflitti di territorio. Al di là delle conoscenze che il dott. Hamer ha messo a disposizione, le dinamiche del branco sono verificabili ed esiste documentazione specifica sulle modalità con cui i lupi si muovono all’interno della propria “comunità”. È anche vero che bisogna fare molta attenzione quando si parla di certe tematiche e prima di tutto è importante ricordare che io - in quanto essere umano - non sono un lupo.
La natura delle interazioni sociali che avvengono all’interno di una società di essere umani è ovviamente diversa rispetto a quelle che possono avvenire all’interno di un branco di lupi, tuttavia ci sono degli aspetti principiali - dettati dalla natura stessa - che coinvolgono tutti i mammiferi.
Spero sia chiaro a tutti che per natura un lupo non si offenderà mai qualora un altro lupo si comporti in un modo a lui “non consono”. Alla stessa maniera, sicuramente non ci sarà mai un lupo che “offende” gli altri lupi per “spavalderia”. Eventualmente, potrebbe manifestare la propria superiorità - come abbiamo visto - in una lotta per acquisire il primo posto tra i lupi Alpha. Per concludere, qualsiasi azione da parte di un lupo all’interno del branco è perfettamente compatibile con quelli che sono i dettami biologici che regolano la sua esistenza. Talvolta tali dettami possono risultare incomprensibili o estremamente lontani da noi, tuttavia ci toccano ogni giorno, nella nostra quotidianità, in un modo che va al di fuori della nostra abituale comprensione.
Analizzare come si muovono i lupi all’interno del branco non dimostra come funziona la società moderna, ma permette di comprendere la natura dei conflitti biologici che ci coinvolgono ogni volta che il nostro “territorio” - o ciò che percepiamo come tale - viene minacciato, invaso o messo sotto attacco (per chi volesse avere qualche informazione di base riguardo ai lupi, consiglio una pagina web che ho trovato recentemente dove viene spiegato in modo molto semplice il modo in cui i lupi interagiscono tra di loro all’interno del territorio).
Nell’articolo precedente ci siamo soffermati su alcuni degli aspetti comportamentali dei lupi Alpha e in particolare abbiamo visto come questi siano i prescelti dalla natura per portare avanti la specie. All’interno di un branco, due lupi Alpha si contendono il territorio e quindi il diritto a procreare e comandare. La lupa Alpha è la lupa designata per portare in grembo i figli del lupo Alpha e creare pertanto la “dinastia di comando” all’interno del branco. Tuttavia, non è detto che tutti i lupi maschi siano “designati” per diventare Alpha. Nello specifico, solo i lupi destrimani (per facilitare la comprensione utilizzo questo termine, anche se ovviamente i lupi non hanno “mani”, bensì “zampe”) sono configurati per diventare Alpha, pertanto la lotta per il “comando” coinvolgerà solamente questa categoria di lupi.
Il lupo Alpha sarà uno solo e una volta stabilito il ruolo, tutti gli altri lupi destrimani che hanno perso la lotta o non hanno combattuto vengono classificati come lupi Beta. Nella fattispecie, il Beta che perde il combattimento con l’Alpha “scopre” il collo in segno di resa, confermando la propria subordinazione al nuovo capo branco. È questo il momento in cui la gerarchia del branco è stabilita.
Gerarchia che potrebbe anche essere messa sempre in discussione. Un Beta avrebbe infatti un tempo biologico per provare a riprendersi il territorio perso e normalmente questo tempo corrisponde al periodo di gestazione che la natura ha stabilito per la specie di appartenenza. Per farmi capire meglio, negli esseri umani questo tempo corrisponde ai nove mesi di gravidanza. Nel caso dei lupi, il tempo di gestazione è di circa 63 giorni. Per una gatta la durata è similare o comunque intorno ai due mesi. La natura vuole che a partire dal momento in cui un lupo destrimane perde il territorio, ha la possibilità di riacquistarlo battendo il capo branco in battaglia e uccidendo tutta la sua “stirpe” entro il periodo di gestazione della propria specie. Se volessimo andare ancor più nello specifico, significa che un lupo Beta ha 63 giorni di tempo per riacquistare il proprio territorio e diventare lupo Alpha. Cosa accade nel caso in cui un lupo Beta dovesse riacquistare il territorio dopo questo periodo di tempo? Purtroppo la natura non è stata molto magnanima e ha definito che un mammifero che supera il tempo stabilito per la riconquista del territorio non possa vivere. È come se in qualche modo Madre Natura stesse lanciando questo messaggio:
“Ti ho dato la possibilità di riacquistare ciò che ti è stato tolto entro un certo limite di tempo - ti ho dato la possibilità di adattarti alla nuova situazione da una posizione di “subalterno” - su due condizioni non ne hai rispettata nemmeno una, pertanto non sei degno di stare in vita”.
Chiedo scusa al lettore tecnico e scrupoloso, ma a volte i concetti bisogna esporli nella maniera più diretta possibile. In realtà, nel proseguo nell’articolo spiegherò come la natura esprima anche in termini fisiologici la “volontà” sopra descritta.
Mi rendo conto che la natura talvolta possa sembrare crudele, ma di fronte al suo potere possiamo solamente sottostare e limitarci a comprenderne le modalità di funzionamento. Se dovessimo giudicare tutto ciò che in natura ci appare “sbagliato” o “ingiusto” faremmo un errore imperdonabile. Potete anche ritenere immorale che un leone sbrani una gazzella, ma la natura continuerà a fare il suo corso, senza badare a ciò che pensate voi.
DEVI PASSARE SUL MIO CADAVERE
Il fenomeno che ho descritto sopra viene “tradotto” nel nostro gergo come la “soluzione” ad un conflitto di territorio vissuto nell’emisfero destro. La perdita di una lotta per il territorio è un risentito emotivo che viene regolato da un’area cerebrale specifica che si trova in prossimità delle perinsule laterali della corteccia cerebrale. Il caso specifico riguarda solamente i mammiferi che aspirano a diventare gli Alpha nel branco, ovvero i destrimani e le esemplari femmine mancine. L’area cerebrale coinvolta “gestisce” la funzione delle arterie coronarie, ovvero quelle arterie deputate a rifornire il miocardio di sangue ossigenato. Il motivo per cui vengono attivate le coronarie è il fatto che per lottare serve un maggior apporto di sangue al cuore, al fine di accelerare metabolismo, movimento e capacità di azione. L’arteria si ulcera internamente in modo che l’afflusso sia più copioso e in fase di riparazione il colesterolo andrà a “ricostruire” il tessuto necrotizzato.
Quando un maschio destrimane fa un conflitto di lotta per il territorio attiva le arterie coronarie, chiude i “cancelli” del testosterone e passa all’emisfero opposto, ovvero quello degli estrogeni. È una delle due possibilità che la natura mette a disposizione, ovvero provare a vivere la vita in un modo più strategico e climatico, dando la possibilità al soggetto di valutare e riflettere sull’accaduto, incarnando l’esperienza e rendendola parte della propria integrità.
Se il destrimane umano (o la mancina) riesce a risolvere il conflitto di lotta per il territorio entro il tempo di gestazione della propria specie, ovvero nove mesi, egli tornerà nel proprio emisfero - quello del testosterone - con un’esperienza maggiore e con una consapevolezza che lo renderà più forte e pronto nell’eventualità di un nuovo conflitto futuro. Se il conflitto non venisse risolto entro questo periodo di tempo possono accadere due situazioni diverse:
Restare nell’emisfero degli estrogeni e affrontare la vita con un atteggiamento più climatico e accogliente, quindi opposto alla sua configurazione biologica;
Risolvere il conflitto e morire a causa di un infarto coronarico;
L’infarto coronarico è l’unica attivazione biologica che non lascia mai “scampo”. Dal punto di vista del decorso bifasico si manifesta nella crisi epilettoide del programma e porta alla morte nel 100% dei casi. È difficile che una donna mancina faccia un infarto coronarico letale perché le condizioni biologiche di partenza sono diverse. Prima di tutto, una donna non subisce un conflitto di “lotta per il territorio”. Ella subisce piuttosto un conflitto per non sentirsi presa, posseduta e protetta dal proprio uomo.
Essendo la mancina una donna configurata per avere sempre un maschio accanto a lei, quando questo viene a mancare deve aumentare la sua “capacità seduttiva” e di conseguenza si sposta nell’emisfero degli estrogeni diventando ancora più attraente. Sono frequenti in questo caso - per non dire quasi sempre presenti - manifestazioni come l’accorciamento del ciclo mestruale e la depressione, quest’ultima funzionale a diminuire la velocità d’azione - tipica delle donne mancine - e renderla più sensibile, riflessiva e propensa a cercare nuovi maschi.
Potrete ben capire che per una donna è molto più facile risolvere in un tempo limitato un conflitto di questo tipo, in quanto una donna attraente ha molte possibilità di “procacciare” un uomo e quindi poter tornare nell’emisfero “di competenza”.
Qualcuno si può legittimamente chiedere come mai l’infarto coronarico sia letale solo per gli uomini destrimani e le donne mancine. Il motivo è molto semplice ed è puramente meccanico. L’area cerebrale che regola l’intima delle arterie coronarie si trova proprio adiacente all’area che regola il rallentamento del ritmo cardiaco, motivo per cui si ha sempre bradicardia (può raggiungere addirittura i quattro battiti al minuto, con l’illusione di una morte apparente), fino ad arrivare all’arresto cardiaco letale. È frequente - per non dire quasi inevitabile - che insieme all’attivazione delle coronarie vengano attivate anche le muscolature striate delle stesse arterie, provocando attacchi convulsivi tonici o clonici in crisi epilettoide. Di per sé, sempre in termini puramente meccanici, è difficile che l’occlusione delle coronarie che si manifesta nella fase di soluzione porti ad un infarto, in quanto la rete di coronarie è talmente fitta che è praticamente impossibile “chiuderle” tutte. Tuttavia, per la medicina ufficiale si ritiene che l’occlusione delle coronarie sia il motivo dell’infarto miocardico quando, come già visto nell’articolo dedicato, il senso biologico di questo tipo di infarto è una svalutazione per sovraccarico o sopraffazione. Questo non esclude il fatto che le due attivazioni - miocardio e coronarie - talvolta si possano manifestare contemporaneamente, pur con risentiti emotivi differenti.
È importante comprendere come in natura l’infarto coronarico non avvenga praticamente mai in quanto un mammifero Beta difficilmente risolve il proprio conflitto e resta quindi nella prima condizione sopra riportata, ovvero una situazione di subordinazione al maschio dominante.
MINACCIA DEL TERRITORIO
Se la sfumatura del conflitto di territorio non riguarda tanto una lotta, bensì una minaccia, la natura ha predisposto degli altri programmi per gli esemplari destrimani (o donne mancine). L’area cerebrale coinvolta nella perinsula destra è infatti quella dell’epitelio piatto dei bronchi. Anche in questo caso, il senso biologico è cristallino e comprensibile anche per il lettore che approccia per la prima volta nel mondo delle leggi biologiche.
Quando un mammifero Alpha sente che il proprio territorio è messo sotto minaccia, per natura tende a latrare. Se avete un cane, vi sarà capitato sicuramente di sentirlo ringhiare nel momento in cui si trova di fronte ad un altro cane. Per fare ciò, il cane ha bisogno di un maggior apporto di aria ai polmoni, di conseguenza la mucosa interna dei bronchi viene necrotizzata per favorire il passaggio dell’aria. Questa reazione è funzionale a tenere lontano il nemico dai propri confini e quindi salvaguardare il territorio, oltre al farsi sentire dai mammiferi “alleati” che possono arrivare in soccorso dopo aver sentito da lontano la “richiesta di aiuto”.
Nel caso degli uomini destri e delle donne mancine, l’attivazione si manifesta con una bronchite, talvolta accompagnata da febbri superiori ai 39.5°, tosse, difficoltà respiratorie e “oppressione” toracica. In questo senso, la patologia aiuta nella comprensione della propria lateralità in quanto è molto più facile che un individuo sia destrimane qualora manifesti bronchiti. Per esempio, io in quanto mancino non ho mai manifestato una bronchite nel corso di tutta la mia vita.
Attenzione, questo non significa che io non possa attivare l’area dei bronchi, ma questo prevede una doppia attivazione e quindi saremmo in presenza di quella che in Nuova Medicina viene considerata “costellazione schizofrenica” (non mi addentrerò nell’argomento in questo articolo).
La donna mancina attiva i bronchi quando vive un conflitto di minaccia alla propria identità. Per esempio, potrebbe accadere quando un’altra donna “ci prova” con il proprio fidanzato. La natura prevede che la mancina faccia sentire il proprio disappunto “ringhiando” e “gridando”, al fine di mantenere integro e intonso il proprio territorio, incarnato nella relazione con l’uomo che dà forma alla propria identità.
Negli uomini mancini e nelle donne destrimani vengono attivate delle aree diverse - a parità di conflitto. Un mancino che deve affrontare la lotta per il territorio non attiverà le arterie, bensì le vene coronarie e a differenza dell’attivazione della perinsula destra, questa attivazione va a “premere” l’area cerebrale che regola l’accelerazione del battito cardiaco. Questo comporta il fatto che la manifestazione più frequente sia quella della tachicardia, che può evolversi in una fibrillazione ventricolare, fino allo stato di morte apparente. Anche per questa attivazione si possono attivare le muscolature striate, con relativi attacchi tonici o clonici in fase di crisi epilettoide. L’infarto delle vene coronariche non è necessariamente letale come avviene nell’attivazione dell’area corrispondente dell’emisfero cerebrale di destra.
Collateralmente all’attivazione delle vene coronariche, durante la fase di riparazione dell’intima delle vene si possono “staccare” delle crosticine in prossimità dei tessuti precedentemente ulcerati in fase attiva e poi riparati. Queste possono essere trasportare nelle arterie polmonari tramite il flusso sanguigno e provocare un’embolia polmonare.
A riguardo di questa attivazione, è molto più facile che sia la donna destrimane a soffrire di più rispetto ad un uomo mancino. Il motivo è il fatto che un uomo mancino non è configurato biologicamente per lottare e anzi, tendenzialmente tenterà sempre di eludere lo scontro frontale, a meno che non sia messo “alle strette”. Una donna, invece, più facilmente può trovarsi nella condizione di non “sentire il maschio”. Infatti, la stessa area cerebrale si attiva per un conflitto in cui la donna destrimane non si sente posseduta, presa e protetta con la differenza - rispetto alle mancine - che gli organi regolati sono l’intima delle vene coronarie - come visto - e la mucosa epiteliale del collo dell’utero, o cervice.
PAPILLOMA
Una donna attiva il collo dell’utero quando sta con un uomo invadente o al contrario con un uomo che non presta lei attenzione. Può capitare anche in caso di lutto e perdita del compagno / marito. Il decorso dell’attivazione è lo stesso dei programmi della cute ectodermica, ovvero ulcerazione della mucosa in fase attiva e ricostruzione del tessuto in fase riparativa. Nella fase ulcerativa c’è iposensibilità, mentre nella fase di riparazione si hanno dolori, pruriti e sanguinamenti.
È questo il momento in cui, tramite l’indagine del Pap-Test, vengono rilevati virus e talvolta formazioni tumorali. Si tratta di uno dei più classici “fraintendimenti” di cui oggi la medicina tradizionale è vittima, ovvero quello di pensare che, essendoci un virus, questo sia la causa della neoplasia. In realtà, come abbiamo già visto diverse volte, il virus è “richiamato” proprio per aiutare la ricostruzione del tessuto e tra l’altro non è nemmeno detto che debba essere per forza presente.
Il tumore alla cervice è più frequente, per ovvi motivi, nelle donne destrimani, in quanto le donne mancine in frustrazione, ovvero “spostate” nell’emisfero opposto, come abbiamo visto precedentemente, generalmente risolvono abbastanza velocemente. Una donna destrimane che si “sposta” nell’emisfero opposto per un conflitto di identità come questo tende a diventare più attiva, perdere il ciclo (amenorrea) e ad essere più frigida. L’estro tipico della sua natura viene pertanto messo da parte per dare spazio a quella che in Nuova Medicina viene definita “maniacalità”. Il senso dell’ulcerazione è quello di “sentire di più” l’uomo e migliorare le possibilità di concepimento.
Ad oggi il tumore del collo dell’utero è correlato quasi esclusivamente alla presenza di uno o più ceppi di HPV (Papilloma Virus), il quale tra l’altro viene identificato come la causa di numerose altre patologie del sistema genitale femminile. La medicina tradizionale consiglia fortemente la vaccinazione, reputandola allo stato attuale l’unica terapia possibile “contro” questo patogeno. Mediaticamente è un argomento molto “gettonato” e questa attenzione non può fare altro che ingigantirne la paura, soprattutto tra le giovani adolescenti alle quali viene suggerito di vaccinarsi non solo per la propria salute, ma anche per quella “degli altri” (un Leitmotiv molto in voga negli ultimi anni, se restiamo nella tematica delle vaccinazioni). Di fronte a tutto questo e alla luce delle conoscenze che il dott. Hamer ci ha messo a disposizione, non posso fare altro che suggerire al lettore di provare a porsi delle domande sull’argomento e valutare se effettivamente quanto riportato nel paragrafo precedente possa avere un senso oppure no.
PAURA ALLARMANTE
Simmetricamente all’area dove i destrimani e le donne mancine attivano la mucosa dei bronchi, ovvero quella frontale della corteccia perinsulare, i maschi mancini e le donne destrimani attivano la mucosa laringea.
L’organo viene pertanto attivato in caso di minaccia del territorio per gli uomini e minaccia alla propria identità per le donne, vissuti che sono percepiti per i mancini e per le donne destrimani come un pericolo inatteso che lascia a bocca aperta, in sospeso, con una conseguente grande inspirazione come reazione fisica immediata. I maschi mancini, passando nell’emisfero del testosterone, diventano più attivi e attenti, mentre le donne destrimani sono configurate per chiamare aiuto e proteggere il proprio nido.
In caso di forte pericolo, il mancino non è configurato per andare a combattere e affrontare il nemico di fronte, anzi, tendenzialmente sparisce per coglierti di sorpresa o per l’appunto avverte gli altri nel branco che sta arrivando un pericolo. In poche parole, il lupo Alpha destrimane deve ringhiare e mettere paura all’avversario per allontanarlo dai propri confini, mentre il lupo mancino si occupa di stabilire le strategie interne comunicandole agli altri membri del branco.
Il decorso fisico è quello tipico dei programmi della cute esterna, pertanto l’ulcerazione in fase attiva è praticamente asintomatica, mentre la fase riparativa può essere particolarmente fastidiosa, con calo di voce, iperestesia, prurito e se il conflitto è recidivante si possono formare dei polipi alla gola o alle corde vocali. È molto frequente anche l’attivazione della corrispondente area che dirige la muscolatura laringea, che si trova esattamente sopra all’area della mucosa. Questa si attiva quando di fronte allo shock ci sentiamo “impossibilitati” a scappare o gridare aiuto. In questo caso, come in tutti i programmi della muscolatura striata, si ha una paralisi della stessa in fase attiva, accompagnata da difficoltà nella composizione delle parole, mentre in fase di riparazione si avrà il regolare ripristino delle funzioni laringee con tosse in crisi epilettoide.
Come avevo già anticipato nell’articolo precedente, il mondo dei conflitti di territorio è immenso e per facilità di comprensione ho deciso volontariamente di suddividere i temi in più articoli. Sono veramente tantissime le sfumature da analizzare e più mi addentro nella materia, più ne emergono di nuove. Ogni volta che ascolto un divulgatore oppure leggo un articolo sulla Nuova Medicina, trovo ulteriori spunti di riflessione che mi fanno talvolta tornare sui miei passi riguardo ad argomenti che avevo dato per scontato. La maggiore comprensione dei programmi biologici mi permette di osservare tutto ciò che mi circonda con occhi diversi e questo mi porta inevitabilmente a vivere con maggiore serenità e soprattutto con meno paura le difficoltà di tutti i giorni - che non mancano mai. Mi auguro veramente che qualche lettore incuriosito da quello che scrivo si possa interessare anche solo ad una piccola frazione dell’immenso universo della Nuova Medicina perché - come giustamente sottolinea l’amico Federico Franco - le leggi biologiche ci insegnano a vivere.