Quali sono i miei più grandi talenti?
La Mappa dei Talenti parla di me attraverso il linguaggio simbolico degli Arcani Maggiori
LA MAPPA
Una delle prime volte in cui ebbi la possibilità di fare una chiacchierata con Matteo Penzo, amico e fondatore della Scuola Del Sintomo Daleth, mi venne chiesta la data di nascita. Quel consulto nasceva dall’esigenza di comprendere l’origine di un malessere fisico - lo definisco così in quanto al tempo non avevo ancora idea dell’esistenza delle leggi biologiche - che da qualche tempo mi attanagliava e mi dava del filo da torcere. Con Matteo ero entrato in contatto qualche settimana prima, in occasione di un’intervista che gli feci per il mio canale Youtube, neonato al tempo. Senza farmi troppe domande risposi, anche se dentro di me non riuscivo a trovare il nesso fra il malessere fisico, oggetto del colloquio, e il giorno in cui sono nato. Matteo cominciò a “vaneggiare” cose riguardanti un eremita, problematiche con il maschile, isolamento e molto, molto altro ancora. Tuttavia, non potei fare a meno di realizzare che le indicazioni che mi stava dando in relazione alla mia data di nascita e ad una serie di calcoli mentali che in poco tempo aveva messo in atto non erano campate in aria. Ad una ad una, Matteo stava scandagliando ogni dettaglio della mia vita senza esitazione alcuna e qualche tempo dopo cominciai a comprendere il lavoro che stava facendo.
Seppur eseguita in quel frangente in modo molto rapido e sbrigativo, Matteo mi aveva introdotto la Mappa dei Talenti, ovvero quell’insieme di operazioni matematiche che a partire dalla data di nascita rivelano gli aspetti più significativi della personalità di un individuo, utilizzando il linguaggio concettuale e simbolico degli Arcani Maggiori.
Quel malessere fisico a cui ho fatto riferimento, oggi non è più presente. Non so se siano state quelle rivelazioni o se semplicemente io abbia preso coscienza dell’evento che ha scatenato quella che oggi posso chiamare senza troppi giri di parole “attivazione biologica”. Probabilmente un insieme delle due cose.
La Mappa Dei Talenti parla del sistema famigliare. Si tratta di un programma. Un insieme di procedure che eterodirigono l’esistenza dell’individuo. Modalità di risposta agli eventi della vita. È un sistema che lavora per ripetizioni, dove ogni membro della famiglia è chiamato a rompere uno schema. Le ripetizioni avvengono attraverso delle informazioni che vengono tramandate di generazione in generazione e dalle quali nessuna parte in gioco può prescindere. Il fatto che io risponda a determinate evenienze in un certo modo non è casuale. Pamela Levin spiega nel suo libro “Il ciclo delle tappe evolutive”, come ogni individuo disegni la propria mappa in un arco di tempo che va dai 70 giorni ai 6-7 anni di vita.
In questo frangente vengono configurate tutte le modalità di risposta che il soggetto metterà in atto ogni qual volta si ritrovi ad entrare in relazione con qualsiasi dato di realtà. Tuttavia, questa mappa è fortemente influenzata dal sistema famigliare, il quale determina in modo inequivocabile e perentorio quali sono le “regole in corso”, a meno che qualcuno all’interno dell’albero non riesca a cambiare le carte in tavola.
I MIEI TALENTI
Per farmi comprendere meglio, mi aiuterò con un esempio. Un caro amico si è sposato ed ha avuto tre figlie femmine. Suo padre è morto quando lui era ancora molto giovane. In tutto l’ambiente famigliare, l’unico maschio presente - oltre a lui - è omosessuale. Osservando la sua mappa, troviamo tra i numeri più “grossi” un otto, un dieci, un diciotto e un tre. Il dieci porta con sé quello che in bio-genealogia viene definito “nodo omosessuale”, mentre gli altri tre sono tutti numeri che parlano di femminilità, soprattutto il diciotto e il tre. Senza andare troppo in profondità, per chi ha un po’ di dimestichezza con lo strumento Mappa è facile intuire che siamo di fronte ad un sistema che per qualche motivo sta “tagliando fuori” tutti i maschi della famiglia. I motivi per cui questo accade va approfondito attraverso le numerose informazioni che la Mappa mette a disposizione attraverso gli Arcani e la loro posizione all’interno della Mappa stessa.
In realtà, la Mappa ha uno scopo ben preciso: scovare quelli che sono i talenti inespressi dell’individuo. In una società come quella in cui siamo collocati, dove il fine ultimo è il consumo e non l’espressione artistica che è insita in ogni essere umano, è difficile che i propri talenti e le proprie potenzialità trovino uno spiraglio di luce. Pertanto, la Mappa mette in risalto ciò che tendenzialmente viene tenuto in ombra, talenti collocati all’interno di un cassetto che non viene mai aperto. In poche parole, è vero che il sistema famigliare funziona secondo ripetizioni e schemi pre-stabiliti, ma è anche vero che ci mette a disposizione gli strumenti per rompere questi stessi schemi.
Esattamente come la vita stessa, tutto funziona secondo lo stesso modus operandi. Ci sono degli ostacoli da superare, delle afflizioni da affrontare, delle difficoltà da soverchiare. Può anche non piacerci e possiamo lamentarci per tutto l’arco dell’esistenza, ma la realtà continuerà a funzionare secondo logiche che non possiamo controllare. Possiamo solo riappacificarci con il nostro cuore, preparare lo stretto necessario e cominciare il lungo e tortuoso cammino nell’esperienza dell’auto-coscienza.
Come tutti i linguaggi simbolico-concettuali, anche la Mappa nel corso del tempo ha subito diverse personalizzazioni. Ad oggi non posso esprimermi su chi sia stato l’inventore di questo strumento. Ci sono diverse ipotesi, ma non credo che possa essere di grande aiuto saperlo. La Mappa va vissuta ed esperita, in piena connessione con la persona che si ha davanti e soprattutto con il meraviglioso ed eccentrico mondo degli Arcani Maggiori. Non importa, quindi, se viene seguita una filosofia piuttosto che un’altra. Il mio consiglio è quello di “sentire” ciò che più risuona dentro di voi, in quanto il lavoro con la Mappa è un’esperienza del tutto intima e soggettiva.
Dal punto di vista pratico, la procedura che ho studiato io e con la quale mi sento in perfetta risonanza è quella che prende in considerazione i seguenti numeri:
Giorno di nascita (direzione di vita)
Mese (risposta automatica)
Anno (memoria genealogica)
Personalità profonda (ciò che sei)
Conflitto Base (il talento più grande)
Progetto Senso (il talento vissuto in conflitto da un genitore)
Equilibrio (il numero che riporta in assetto tutti gli altri numeri)
Pronto Soccorso (ciò che mi aiuta nei momenti di difficoltà)
Chiave Emozionale (ciò che mi aiuta quando ho bisogno di scuotermi emotivamente)
A parte vanno considerati i quattro centri relativi alle relazioni umane:
Centro Nido (territorio)
Centro Relazione (rapporto con il partner)
Centro Sociale (rapporto con i pari)
Centro Lavoro (rapporto con il mondo professionale)
Ho volutamente indicato in grassetto i numeri dal mio punto di vista più “consistenti”, per lo meno per quella che è la mia esperienza con la Mappa. Con questo non voglio sminuire gli altri numeri o fare intendere che siano in qualche modo “meno importanti” - la Mappa ne mostra in realtà molti di più rispetto ai numeri sopra citati. Ci sono compagni di corso che li utilizzano e li considerano alla stregua dei numeri più “grossi”. È una scelta personale che non deve essere intesa come un’indicazione tassativa. Persino il calcolo dei numeri non è un invito da prendere per forza “alla lettera” e difatti ci sono molti operatori che praticano una lettura simile alla mia, seppur diversa per alcuni aspetti.
Per esempio, ci sono alcuni siti online dove è possibile fare il calcolo della Mappa dei Talenti inserendo la propria data di nascita. Confrontando i risultati, tuttavia, alcuni numeri possono non corrispondere. Persino il significato che viene attribuito ai diversi numeri a volte cambia. Per esempio, in alcune interpretazioni, la personalità profonda è invertita con il giorno, ovvero la direzione di vita. Qualcuno non utilizza nemmeno gli arcani maggiori, bensì altre tipologie di tarocchi.
UN CARRO
Devo essere sincero. Io non ho avuto modo di approfondire ulteriori filosofie o differenti modalità di Mappa. Posso però assicurarvi che nella poca esperienza in questo campo ho avuto dei riscontri molto concreti in termini di “risposta” da parte delle carte. Mi spiego meglio, anche perché mi rendo conto che l’argomento non è di facile accessibilità. Una persona che è nata nel giorno sette (oppure venticinque, che diventa 5 + 2 = 7) è rappresentata in termini di “direzione di vita” dalla carta del Carro.
L’immagine rappresenta un principe su un carro trainato da due cavalli, ognuno con una direzione diversa. Uno dei due cavalli ha però la testa girata verso la direzione opposta e sembra essere cieco da un occhio. Le gambe del principe non sono visibili ed è pertanto impossibile stabilire se si trova in posizione seduta oppure in piedi. Le sue spalline sono rappresentate da dei volti che sembrano essere dei consiglieri, uno opposto all’altro. La parte superiore rappresenta una sorta di tendina con delle stelle, quasi a voler coprire il cielo. Potrei scandagliare ulteriormente i particolari visibili nella carta del Carro, tuttavia ciò che ho citato ci fornisce già un’enorme fonte di analisi. Il Carro ci parla di dualità, polarizzazione, indecisione e mancanza di una direzione specifica. I due cavalli non possono dirigersi verso direzioni opposte altrimenti risulterebbe impossibile trainare il carro. Il cavallo che ruota la testa esprime insicurezza perché non sa se la direzione intrapresa è quella giusta. Un principe dovrebbe poi stare in piedi per manifestare la propria magnificenza, eppure non mostra espressamente la propria posizione. I due volti sembrano di umore opposto. Quello sulla spalla destra è imbronciato, mentre quello sulla spalla sinistra accenna ad un lieve sorriso. La separazione fra mondo celeste (superiore) e mondo terreno esprime un profondo radicamento con la terra e con la materia.
Il carro parla di persone molto pratiche e risolute nel momento in cui l’arcano è vissuto in soluzione, ma se vissuto in conflitto, le persone nate il giorno sette possono essere anche estremamente indecise ed insicure. Il Carro parla anche di movimento, velocità, trasporto. Dal punto di vista genealogico ci porta memorie di doppie esperienze. Doppi lavori, doppie relazioni, doppie case, doppie idee. Il consiglio che si può dare ad un Carro è quello di ricongiungere le proprie posizioni e le proprie credenze verso un unico obiettivo e fare in modo che i due cavalli possano percorrere armoniosamente e parallelamente lo stesso percorso.
Un Carro è tendenzialmente molto “ruspante”, “tenace” e “coinvolgente”. L’abilità nelle cose pratiche fa di lui un buon lavoratore, anche se a volte potrebbe andare troppo veloce rispetto a chi gli sta intorno, mettendo pertanto l’intero organico professionale in difficoltà. Il Carro parla anche di mezzi di trasporto, piloti, ruote e motori. Molto spesso mi è capitato di conoscere dei Carri nel giorno o nella personalità profonda con parenti stretti che hanno lavorato nel mondo dei trasporti. Da piloti di aerei ad autoferrotranvieri. Oppure semplicemente trasportatori o corrieri espressi.
Vi ho fatto questo esempio per portare in luce la quantità immensa di informazioni che un arcano maggiore può contenere. Se avessi voluto descrivere tutto ciò che il tarocco del Carro mi comunica, probabilmente avrei dovuto dedicargli un intero articolo - ed è anche probabile che in futuro lo possa fare.
Dovete però porre molta attenzione all’ostacolo più grande contro cui ci si può scontrare quando si entra in questi contesti: l’identificazione.
Il mondo degli Arcani Maggiori è puramente simbolico e la persona con la quale vi interfaccerete vi darà sicuramente una lettura soggettiva, basata solo ed esclusivamente sulla sua esperienza personale. Ci sono alcuni parametri oggettivi ai quali fare riferimento, questo è certo, ma la lettura del Tarocco sarà sempre e solo quella della persona che vi troverete di fronte. Inoltre, ogni persona esprime tutti gli Arcani Maggiori in ogni momento della propria quotidianità. Sono modelli attraverso i quali affrontiamo la vita di tutti i giorni. È sicuramente importante sapere a cosa corrisponde la mia personalità profonda, in quanto rappresenta la mia struttura di base, ma dovete assolutamente ricordare che l’uomo è un essere “adattivo” e in quanto tale può vestire diversi abiti o ruoli. Per spiegarmi meglio mi aiuterò con un esempio molto semplice, puramente inventato:
Il mio outfit ideale è camicia hawaiana, bermuda ed infradito perché mi fa sentire comodo, libero e fresco. Non sopporto mettere giacche, pantaloni, camicie con la cravatta e scarpe eleganti. È qualcosa che non mi risuona e le poche volte in cui mi capita di vestirmi così mi sento come un pesce fuor d’acqua.
Non ho fatto altro che estrinsecare una banale preferenza nel campo dell’abbigliamento. Tutti abbiamo delle predilezioni e delle modalità di confronto con la realtà di tutti i giorni. Non è qualcosa che richiede una particolare ricerca intellettiva perché si tratta di sensazioni. Quando stai bene con un abito lo senti, esattamente come quando stai insieme a persone con cui ti senti in risonanza. Non servono parole o spiegazioni. Succede e basta.
Eppure, nonostante ciò, se io mi dovessi recare in chiesa oppure ad un matrimonio - a meno che questo non si svolga in un paese tropicale - sarebbe impensabile che io mi possa presentare con le infradito. L’ambiente “chiesa” prevede che io mi debba vestire in un certo modo, secondo i canoni e le regole che quello stesso ambiente implicitamente richiede. È sempre il contesto che detta le regole, anche se molto spesso vince la tendenza a pensare di essere al centro di tutto e che ogni cosa debba andare secondo le proprie preferenze.
Per concludere, io sento di stare bene con le infradito, ma questo non significa che debba portarle ovunque io vada. La stessa cosa vale per gli Arcani Maggiori. Posso avere la personalità dell’Eremita, ma ciò non toglie il fatto che io possa prestarmi a situazioni di socialità e convivialità. Sarebbe alquanto stupido identificarsi in un’immagine o in un numero. Si tratta di modelli, indicatori, modalità di risposta agli eventi di tutti i giorni. In quanto tali vanno vissuti con flessibilità e con la consapevolezza che in qualsiasi momento io possa esprimere un Arcano specifico oppure, ancor meglio, che in ogni momento un Arcano si possa palesare attraverso di me.